Andreis

Andreis ospita una delle sedi del Parco delle Dolomiti friulane, Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Le abitazioni in pietra del borgo e delle sue frazioni conservano le tipiche architetture dei dalz, i ballatoi esterni in legno. Una rete di percorsi ben curata e a bassa quota permette a tutti, in ogni stagione, di visitare a piedi, con lentezza, l’intero territorio comunale, comprendente le borgate di Alcheda, Bosplans, Prapiero e Sott’Anzas.

Le prime notizie storiche documentate su Andreis e i paesi della zona risalgono al 996. L’economia locale per secoli si è basata su pastorizia e agricoltura. L’area è ricca di grotte o antri un tempo usati come rifugio dai pastori, chiamati andres: di qui, forse, il nome del paese. In una di queste cavità ha trovato rifugio un gruppo di garibaldini in fuga dopo i moti di Navarons.

Nel Settecento la ricchezza derivava dalla coltivazione e contrabbando di tabacco, la cui produzione era vietata dalla Serenissima. L’isolamento della valle rendeva possibile quest’attività clandestina. Fino agli inizi del Novecento, con la costruzione della strada della Valcellina, infatti, l’unico collegamento con la pianura era dato dalla mulattiera che passa par Crous (per la Croce).
I prodotti tipici sono il formaggio salato e la peta. Il territorio si estende su quasi 27 km², a un’altitudine media di 455 metri s.l.m. e conta circa 250 abitanti.