Andreis colpisce per la cura, l’equilibrio e la conservazione delle abitazioni caratterizzate dai dalz, ballatoi in legno, posti sul lato a mezzogiorno, dove un tempo venivano messe a seccare le pannocchie e i fagioli. Gli edifici sono costruiti con pietra e legno reperiti in loco e si sviluppano in altezza. Fino ai primi anni del Novecento, i tetti erano in paglia, costruiti con una tecnica che li rendeva impermeabili, e non avendo camini le pareti erano annerite dal fumo. Tipicamente, a piano terra c’erano due vani, l’uno adibito a cucina con il classico focolare, il fogolâr, e l’altro a cantina e dispensa, affacciati su un porticato. Si accedeva esternamente alle stanze ai piani superiori, con una scala in legno.
Oltre al centro principale di Andreis, interessanti sono le borgate di Alcheda, Bosplans, Prapiero e Sott’Anzas. Vi si incontrano diverse fontane di acqua fresca di altissima qualità. La più antica, ristrutturata nel 1997, è scavata in un’unica roccia e si trova a Bosplans, lungo l’antica via che da Maniago Libero e Montereale conduceva in Valcellina attraverso il passo della Croce, tra i Monti Jouf e Fara, per dissetare i viandanti e i loro animali.
Per le strade, come in un libro aperto, è possibile leggere versi del geniale poeta Federico Tavan, nato ad Andreis nel 1949 e morto nel 2013. Durante le feste di Natale, è possibile ammirare le originali decorazioni degli alberi realizzate in molte case.