La Centrale di Malnisio

La Centrale di Malnisio

La Centrale di Malnisio, straordinario esempio di architettura industriale del secolo scorso, viene completata nel 1905: all’epoca è una delle più grandi in Italia. Per prima porta l’elettricità a Venezia. Funziona fino al 1988 e oggi l’edificio è riconosciuto bene di interesse culturale dal Ministero. Convertito in museo, custodisce fedelmente una grande storia e, allo stesso tempo, grazie a un’innovativa operazione di digitalizzazione, si riempie di contenuti interattivi e si rivolge al pubblico proiettandosi verso il futuro.

La Centrale è stata intitolata all’ingegner Antonio Pitter, uno dei protagonisti dello sfruttamento delle acque del Cellina, nel 1938, due anni dopo la sua morte. Ma il responsabile della parte idraulica e civile è Aristide Zenari. Lavorano alla costruzione di questa grande opera per cinque anni più di duemila persone, tra minatori, scalpellini, muratori, carpentieri, donne portatrici. Gli scavi per il traforo della galleria in località Monciaduda, lungo la splendida forra del Cellina, iniziano nell’estate del 1900. Lo sbarramento, posto ortogonalmente, preleva parte dell’acqua, senza creare un invaso. Il sistema di sfruttamento delle acque del Cellina pensato da Zenari viene completato nel 1908 con la costruzione della centrale di Giais e nel 1919 con quella del Partidor, a San Leonardo.

Nel 2006, in occasione del centenario della Centrale, grazie a fondi della Regione Friuli Venezia Giulia ed europei, viene restaurato l’edificio principale, con la grande sala macchine, dall’innegabile potenza evocativa. Qui sono esposte quattro turbine tipo Francis Riva Monnert accoppiate ai rispettivi alternatori. Si inaugura il Museo della Centrale, cattedrale della tecnologia e della conoscenza umana.
All’esterno, grazie al lavoro volontario di decine di persone, vengono recuperati e resi percorribili manufatti quali: il canale artificiale, lo sfioratore, il bacino di calma, le condotte forzate: si può così passeggiare tra storia e natura .

La Centrale, che per quasi un secolo è stata al centro di un sistema complesso e articolato di principi fisici e processi meccanici, colpisce per la sua architettura, ma solo grazie all’accompagnamento da parte di personale dedicato alla divulgazione, questo spazio assume anche un valore didattico. La nuova fase di trasformazione che il Museo sta attraversando prevede, in più, l’utilizzo di strumenti multimediali, della realtà virtuale e aumentata e di forme innovative di allestimento, per rendere la visita un’esperienza interattiva, multidisciplinare e adattabile alle diverse esigenze. Il visitatore non è un semplice osservatore ma si muove attivamente in uno luogo che un tempo era di lavoro e produzione. Utilizza la vista, l’udito e il tatto.

Un video interattivo permette di seguire il percorso dell’acqua, che entra nelle turbine e fornisce energia elettrica, per ritornare al fiume. Una timeline consente di visualizzare la trasformazione dei luoghi nel tempo, come è cambiato il flusso dell’acqua e com’è variata la popolazione. Sono solo due esempi dei percorsi di scoperta ed emozionali che si potranno seguire all’interno della Centrale, una volta terminato il nuovo allestimento.

Luogo attivo e in continuo divenire, la Centrale diventa una piattaforma per valorizzare le tante valenze del territorio, un ambiente di apprendimento permanente, di divulgazione e formazione, un museo proiettato al futuro in cui trovano spazio le questioni cruciali dell’energia e del cambiamento climatico.

Per informazioni: www.eupolis.info/centrale_malnisio

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