Il mulino preso in affitto da Domenico Scandella detto Menocchio a fine Cinquecento si trova sulla riva destra del Cellina, poco più in basso rispetto alla Chiesa di Santa Maria, oggi di San Rocco. Non ne rimane traccia ora. Scandella è anche amministratore della pieve. Sa leggere, scrivere e far di conto. Rappresenta l’incontro tra cultura alta e sapere popolare. Viene condannato a morte come eretico dal tribunale di Aquileia e Concordia e bruciato sul rogo a Portogruaro nel 1599.
La storia di Menocchio è stata portata alla luce nel 1976 dallo storico Carlo Ginzburg ne Il formaggio e i vermi, un testo tradotto in 26 lingue, che ha reso celebre il mugnaio di Montereale in tutto il mondo. Il Circolo Menocchio è stato fondato nel 1989 come emanazione della biblioteca civica. I progetti e collane editoriali del Circolo hanno l’obiettivo di valorizzare i talenti e la dimensione locale, aprendosi al mondo. Aldo Colonnello, tra i fondatori, afferma: Il lavoro nel campo culturale non è facile. Ma è ‒ o dovrebbe essere ‒ un servizio pubblico. E in quanto tale deve proporsi di aprire o segnalare anche localmente nuove strade di interesse e di approfondimento per evitare la devastante chiusura nel localismo asfittico e autogratificante.
È uscito nel 2018 il film Menocchio del regista friulano Alberto Fasulo, presentato al festival di Locarno.