La casa bruciata e le invasioni dei turchi

La casa bruciata e le invasioni dei turchi

Durante l’ultima invasione in Friuli delle truppe mercenarie al soldo dell’impero ottomano, nel 1499, i paesi della pedemontana occidentale fino a Montereale vengono saccheggiati. Ci sono danni enormi: molte case vengono bruciate e duemila persone vengono uccise o rapite dai turchi per essere vendute ai mercati degli schiavi. A Grizzo, nei pressi della chiesetta della Fradese, cioè della Confraternita, ci sono i resti di edifici dati alle fiamme: la cjasa brusada. In molti si salvano rifugiandosi tra le mura del Castello sul Colle.

Tra coloro che vengono portati via dai turchi, c’è anche Jacopo da Malnisio, detto il Mamalucco, la cui storia è narrata in un manoscritto di Jacopo di Porcia e ricostruita da Aldo Colonnello in una pubblicazione del circolo culturale Menocchio. Jacopo diventa così bravo che viene promosso cavaliere del sultano, ne conquista la fiducia e accompagna un ambasciatore a Venezia. Qui si innamora di una ragazza e ritrova la sua famiglia, lasciando le truppe ottomane per combattere con la Serenissima.

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Casera Rupeit piedi sui luoghi
Montereale Valcellina

Coi piedi sui luoghi

Una fitta rete di sentieri ben segnati si allarga sul territorio di Montereale Valcellina, comprendendo le frazioni e i tanti luoghi di interesse culturale, storico e naturalistico.

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Roiello Pellegrin
Montereale Valcellina

Il roiello del Pellegrin

L’acqua corrente viene portata a San Leonardo Valcellina nel 1837 grazie all’intuizione di un contadino del luogo, Giovanni Antonio Dell’Angelo, detto il Pellegrin. Prima c’era la “laguna”, una pozza stagnante e malsana, alimentata dalle piogge, al centro della piazza.

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Menocchio Aldo Colonnello
Montereale Valcellina

Il Menocchio, mugnaio eretico

Il mulino preso in affitto da Domenico Scandella detto Menocchio a fine Cinquecento si trova sulla riva destra del Cellina, poco più in basso rispetto alla Chiesa di Santa Maria, oggi di San Rocco.

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