È uno dei pochi palazzi di Castelnovo sopravvissuti, anche se con danni, al terremoto del 1976: una casa a doppio loggiato in pietra locale gialla di fine conglomerato, nella borgata Costa.
Misteriosa è l’origine del nome: Sulis, e ricercata è la geometria della facciata. Al loggiato a tre archi del piano terra, ne corrispondono sei al primo piano e, al secondo, dove c’era la soffitta, ci sono sei finestre quadrate all’altezza degli archi. Dopo la ristrutturazione, la sala al primo piano è stata intitolata a Manuela Comino, giovane vittima del sisma.
Qui ha sede la Scuola per la Ceramica di Villa Sulis e, dal 2018, è esposta una raccolta archeologica con le ceramiche rinvenute tra gli anni Settanta e Ottanta nella zona del colle dei Crûz, non lontano dalla Madonna dello Zucco, luogo ben ventilato e ricco d’acqua, elementi che favorivano la produzione.
Dagli scavi sono emersi oltre cinquemila frammenti, che rappresentano una parte di quanto presente sul posto e che si possono datare tra la metà e la fine del XVI secolo. Una tale quantità di materiale, con molti scarti, è il segno dell’esistenza di un sito produttivo. Le botteghe artigiane utilizzavano l’argilla delle colline castellane per farne principalmente stoviglie da tavola e oggetti di uso domestico. Il deposito di Crûz era forse lo scarico di una fornace che non doveva essere lontana.
Restano ancora molti dettagli da scoprire sulla lunga storia della produzione di ceramica di Castelnovo.
Per maggiori informazioni: www.raccoltavillasulis.com
Museo dell’Arte e della Civiltà Contadina
Il Museo, inaugurato nel 1981, si trova nella piazza centrale del paese,